Gravine di Grottaglie

Contesto

Grottaglie è una città italiana localizzata in Puglia a pochi chilometri da Taranto, su un gradone murgiano che si affaccia verso il Mar Piccolo, nota soprattutto per la tradizionale produzione di ceramiche artistiche.
Il nome della città (in latino Criptalium) si riferisce alla presenza di molte grotte scavate in antichità sui fianchi di gravine, di cui alcune parti sono attualmente inglobate nel centro storico.
Il suo territorio è interessato dalla presenza di gravine e lame, solchi erosivi naturali ricchi di vegetazione a macchia mediterranea, lungo i quali, fin dalla preistoria, si rilevano tracce della vita dell’uomo specie nella realizzazione di numerosi rifugi in grotta.
Costituisce pertanto una valida testimonianza della cosiddetta civiltà rupestre, il cui comprensorio si sviluppa nel territorio formato dall’arco jonico,  partendo da Matera, esempio più noto,  comprendendo alcuni comuni della provincia di Taranto per chiudersi con Grottaglie.

Itinerari turistico culturali della puglia: il comprensorio rupestre

Il comune  di Grottaglie rientra nel territorio del Parco Regionale “Terra delle gravine” istituito nel 2005 con Legge Regionale n° 18 e successivamente modificato con L.R. 6/2011. Il Parco, costituito dalla più estesa area protetta regionale,  di circa 25.000 ettari, si estende sul territorio di dei seguenti 14 comuni: Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Massafra, Palagiano, Palagianello, Statte, Crispiano, Martina Franca, Montemesola, Grottaglie, S. Marzano, Villa Castelli.
Per visualizzare la mappa del Parco Regionale Terra delle gravine cliccare al seguente link http://www.parks.it/parco.terra.gravine/map.php
L’area rientra nel contesto territoriale dell’arco jonico delle Murge sud-orientali formato da un altopiano calcareo solcato da piccoli avvallamenti.
Lungo il bordo sud occidentale della dorsale Murgiana, le acque meteoriche, organizzate in piccoli bacini, consentirono una erosione fluvile normale che, nel tempo, si trasformò in una erosione anche di tipo carsico dando vita così a bacini carsici allungati anche di un certo rilievo.
Quando nel Pleistocene si iniziò a sollevare la Piattaforma Carbonatica Apula, si crearono fenomeni erosivi localizzati lungo preesistenti fratture. Tali fenomeni, dovuti principalmente all’azione corrente delle acque meteoriche, dissoluzione carsica, dislocazioni tettoniche e frane, diedero origine alla formazione del paesaggio delle gravine.
Negli elaborati seguenti si farà riferimento principalmente a Grottaglie come facente parte del comprensorio della civiltà rupestre, per metterne in evidenza le caratteristiche in comune antropiche e storiche oltre che quelle naturali delle gravine. 


Identificazione del territorio e delle caratteristiche generali che definiscono il COMPRENSORIO DELLA CIVILTÀ RUPESTRE

Carta con individuazione del comprensorio della civiltà rupestre

Caratteristiche naturali e morfologiche .

Le caratteristiche geologiche generali si inquadrano nel panorama della regione pugliese che costituisce una unità ben definita caratterizzata da una potente monotona successione calcarea mesozoica che si estende verso occidente ol­tre le Murge e Taranto, a costituire il substrato della fossa pliocenica della Valle del Bradano.
I caratteri geologici sono messi in evidenza dalla morfologia che appare in generale più movimentata dove affiorano i sedimenti calcarei mesozoici, come sulle Murge.
Nella regione puqliese si nota una concordanza tra morfologia e tettonica, per cui i rilievi corrispondono ad alti strutturali e le aree più o meno  pianeggianti a zone strutturalmente depresse.
I motivi strutturali pugliesi hanno in prevalenza direzione appenninica; i rilievi si estendono in prevalenza secondo la direzione NNO-SSE e spesso essi sono limitati da faglie.
Caratteristiche sono le faglie che separano le Murge dalla fossa bra­danica e che determinano un ab­bassamento a gradini dei calcari.
Le aree pianeggianti sono occu­pate, oltre che da depositi continentali superficiali, da sedimenti mari­ni come le Calcareniti detti “tufi”.
I fenomeni plicativi sono piuttosto modesti: le anticlinali appaiono di limitata estensione con fondi dolci.
La morfologia è resa più viva dalla presenza di profonde gravine che in direzione N-S incidono i sedimenti calcarei anche per decine di metri.
Nel lento sollevamento dal mare della piattaforma delle Murge apu­lo-Iucane si sono verificati corruga­menti e fratture.
Così si sono forma­ti i complessi fenomeni orografici delle gravine, formazioni elevate ri­spetto al resto delle Murge, attraversate da profondi crepacci sulle cui sponde sono messi a nudo i calcari più teneri.
La loro altitudine, sia pure relativa fino a 400-500 m, è un fattore importante nel panorama piatto e monotono delle Murge.
Sul basamento calcareo delle Murge i suoli sono poveri, costituiti da uno strato poco consistente che, se non protetti da un manto vegetale, vengono rapidamente erosi.
Nell’Età dei Metalli la situazione climatica e ambientale era ormai simile a quella attuale.
Si stabilizza un clima caldo temperato, con estati torride, inverni freddi e precipitazioni a scrosci concentrati e violenti.
La media annua non superiore al 500 mm. rende l’acqua una risorsa rara e preziosa sui grandi tavolati delle Murge privi di sorgive e di corsi superficiali. 
II manto vegetale depauperato dall’economia della neolitizzazione non ha capacità di rigenerarsi. Così, progressivamente il bosco è sostituito dalla “gàriga”,  la macchia a bassi arbusti sempre­verdi intercalati da spazi denudati dove affiora la roccia calcarea.

Schema geologico generale del comprensorio
Schema geologico e morfologico di una gravina tipo
Foto con esempi di elementi naturali tipici nei territori delle gravine

Caratteristiche antropiche

L’apporto delle testimonianze ar­cheologiche, delle fotografia aerea e delle indagini sul terreno ha indi­viduato l’esistenza nei territori messapici e japigi di numerosi centri insediativi il cui collegamento viario non è litoraneo ma spostato all’in­terno.
Da questa via panoramica si sarebbero staccate le relative adduzioni senza interrompere la continuità della costa.
Questo sistema esterno alla viabilità japigia con asse E-O e l’innesto della viabilità messapica definiscono in maniera emblematica i confini del comprensorio rupestre che da Matera a Grottaglie caratterizza geomorfolo­gicamente e infrastrutturalmente il territorio dell’ Apulia.
I reperti archeologici dimostrano la continuità dell’insediamento in ru­pe dal periodo dell’eneolitico a quello classico fino, e con cospicue te­stimonianze, a quello medioevale.
Questa definizione del sistema viario denuncia la possibilità, in perio­do altomedievale, delle trasmigrazioni dalla Sicilia e dalla Calabria del­le correnti bizantine.
Infatti proprio nei secoli dell’Altomedioevo, e nel­l’arco di tempo della seconda colonizzazione bizantina, questi inse­diamenti registrano il periodo del loro massimo sviluppo, non soltanto per quanto riguarda i manufatti artistici (architettonici e pittorici ), ma pure per aspetti demici e civili.
La popolazione di questi territori, dediti alla pastorizia, trasferivano periodicamente gli armenti, attraverso tragitti da SE a NO, lungo la dia­gonale dei grandi sistemi orografici, per recarsi dal mare verso i rilie­vi montani, usando antiche piste denominate “tratturi”.
Tappe privilegiate lungo questa re­te di percorsi sono le gravine; for­tezze naturali ricche di ripari, vallo­ni dal ciglio formato da una roccia calcarea malleabile adatta allo scavo e alla costruzione.
Le gravine of­frono un insieme di condizioni privilegiate largamente utilizzate dalla civiltà agropastorale delle Murge.
La grotta costituisce la cellula ba­se dei dispositivi di riparo e prote­zione. Questi trovano nell’orografia delle Murge le condizioni più adat­te allo sviluppo dei principi tipici di creazione dello spazio rupestre.
I ripari, i terrazzi, gli anfratti, esistono già in natura. L’architettura rupestre ne assume i modelli.
Lungo i bordi delle gravine la morfologia del ter­reno, che si apre formando un pen­dio scosceso interrotto da rupi e anfratti, determina una tipologia insediativa con corti che si  aprono da un lato sulla valle della gravina.
Gli ambienti penetrano dentro il tufo con profonde cavità; il volume scavato fornisce materiale per le parti costruite.
L’intero vallone è organizzato su più ripiani con gradoni degradanti verso il fondo se­guendo un articolato sistema di re­gimazione e raccolta delle acque.

I tratturi della regione rupestre  e distribuzione degli insediamenti
Schema di utilizzazione insediativa di una gravina tipo
Fotografie con esempi interventi antropici

Visualizzazione centri esemplificativi con le caratteristiche che definiscono il
COMPRENSORIO DELLA CIVILTÀ RUPESTRE

Fotografia e mappa della Gravina di Matera
Fotografia e mappa della Gravina di Ginosa
Fotografia e mappa della Gravina di Palagianello
Fotografia e mappa della Gravina di Laterza
Fotografia e mappa della Gravina di Mottola
Fotografia e mappa della Gravina di Massafra

Visualizzazione del territorio di Grottaglie con le caratteristiche che definiscono il COMPRENSORIO DELLA CIVILTÀ RUPESTRE

mappa di Grottaglie: individuazione delle caratteristiche del comprensorio rupestre.

Visualizzazione della fisionomia delle principali gravine e lame del territorio di Grottaglie analizzate nelle pagine del sito.


Fonti

BASE CARTOGRAFICA:

Nuovo Atlante scolastico: tav.8 Italia carta fisica scala 1 :4.000.000; tav.18-19-20 Campania, Pu­glia, Basilicata, Calabria scala 1 :1.000.000 , Fratelli Fabbri Editore, Milano 1974.

 Carta dei Tratturi,scala 1 :1750.

Atlante stradale d’ Italia ,scala 1 :250.000,tavole n°. :120-121-122-123-128-129-130, Istituto Geografico De Agostini,Novara 1978.

Carta d’ Italia I.G.M.I., scala 1:50000, foglio 472 Matera, I edizione,1978.

Carta d’ Italia I.G.M.I., scala 1 :25000, fogli: 201 Ginosa I S.0.;201 Laterza I N.0.;202 Mottola IV N.0.;202 Massafra IV N.E.,202 Grottaglie I S.E.; I edizione,rilievo del 1949.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

B. Martinis – E. Robba , Note illustrative della Carta geologica d’ltalia alla scala 1:100000 foglio 202 Taranto,Servizio Geologico d’Italia, Cava dei Tirreni 1971.

C.D. Fonseca, Il comprensorio della Civiltà Rupestre, Regione Puglia – Assessorato alla Cultura – CSPCR Massafra s.d.

C. D. Fonseca, Civiltà rupestre in terra Jonica, Roma-Milano 1970.

M.Coppa,Storia dell’Urbanistica dalle origini all’Ellenismo ,cap. V,Torino 1969.

P. Laureano, Giardini di pietra, I Sassi di Matera e la civiltà mediterranea, Torino 1993.

ELABORAZIONI GRAFICHE, ANALISI, VALUTAZIONI E RILIEVO DIRETTO a cura di Andrea Pappadà – architetto